Il cambio dell’alimentazione, il clima, l’altitudine possono scatenare una diarrea. Tra i microrganismi responsabili Escherichia coli enterotossigeno ed enteroaggregativo sono di gran lunga gli agenti patogeni più comuni
La maggior parte dei casi esordisce nel corso della prima settimana di viaggio, con un picco verso il secondo-terzo giorno. Accanto all’elevata frequenza delle scariche di feci non formate o liquide (minimo tre volte al giorno), sono presenti i segni di un’infezione gastroenterica„ nausea e vomito, febbre, dolori addominali, tenesmo e urgenza alla defecazione. La durata minima dei fenomeni è di 24 ore, la media è di 3-4 giorni, ma in alcuni casi i disturbi, seppure in forma attenuata, possono persistere per settimana e in circa il 5-10% dei casi il quadro clinico tende a cronicizzarsi (cosiddetto “colon irritabile post-infettivo”).
Prevenzione
Cominciare un probiotico (zircobi) Tre giorni prima della partenza e tre giorni dall’arrivo
Linee di comportamento
capisaldi della terapia empirica della TD sono costituiti da:
- reidratazione
- adeguate scelte dietetiche
- farmaci sintomatici (anche se vi è dibattito in letteratura)
- farmaci antibiotici (in modo particolare rifaximina e rnacrolidi).
Nello specifico:
Diarrea lieve-moderata: due scariche nelle 24 ore e buone condizioni generali, in assenza di febbre; non muco né sangue nelle feci. Aumentare L’assunzione di acqua cui è consigliabile aggiungere “sali di reidratazione orali”. Di regola, la gestione delle forme lievi di TD si limita alla ricostituzione del patrimonio idrosalino perduto con Le scariche e al mantenimento di un corretto regime alimentare.
* Diarrea grave: segni di gravità, diarrea 2-3 volte ogni ora, disidratazione, tachicardia, alterazione dello stato mentale (confusione-disorientamento), febbre, dolori addominali crarnpiformi, sangue o muco nelle feci. Reidratazione orale (piccole quantità molto frequentemente) e antibiotici.
L’ antibiotico terapia costituisce il cardine del trattamento della diarrea acuta infettiva e, di conseguenza, anche della maggior parte delle forme di diarrea del viaggiatore con impegno sistemico (es. con febbre elevata e/o sangue nelle feci), sostenute quindi da germi potenzialmente invasivi, soprattutto se l’infezione è stata contratta in America Latina, in Africa e nel subcontinente indiano.
Dietoterapia e consigli
Segure l’istinto cioè non mangiare se non c’e appetito ; smettere se si ”fa fatica ”; se vomito e/o nausa e/o diarrea NON FORZARSI A MANGIARE ma bere bevande normalmente zuccherate a temperatura ambiente iniziando pochissimo alla volta (un cucchiaio per volta ogni 15-20 secondi). Se si verifica vomito e/o diarrea più di dieci volte al giorno aggiungere sali minerali alla sola acqua, sempre a temperatura ambiente e pochissimo alla volta (Dicodral bustine 2 in 500 cc di acqua), Niente latte né derivati del latte, le verdure né cotte né crude per 10 – 15 Giorni; Quando si rincomincia a mangiare la sintomatologia diarroica può peggiorare.
Per Esempio :
Colazione : Fette biscottate con marmellata o miele, tè deteinato. Ai pasti Un primo di riso bollito con poco olio , o pasta con il ”’sugo finto” , o pasta con il tonno al naturale e poco olio ; non aggiungere mai il parmigiano . Secondo con carne ai ferri o al vapore, o pesce ai ferri o al vapore, o uova sode e/o prosciutto crudo ma non cotto ; pane semplice . Contorno di patate e carote. Di frutta mela, pera, banana. Se miglioramento , a partire dalla 5° giornata spinaci lessi, lattuga lessa.